© Sebastiano Bellobuono

 

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SCULTORE

MODENA

Il concetto di denuncia

L'arte intesa come visiva, musicale, letterale e via dicendo...deve far scalpore, far riflettere le coscienze, agitare le piazze, denunciare le disfatte del mondo. L’artista è un uomo sensibile a ciò che accade e come tale ha il compito di gridare al popolo gli ideali dell'amore, della vita, della pace, della libertà di parola, del rispetto. Nel contempo ha il dovere di manifestare lo sgomento, il malessere del proprio animo dettato dagli eventi quotidiani che egli vive. Per far tutto questo non usa armi, non si reca all'interno dei palazzi del potere. Manifesta tutto attraverso tele, pennelli, scalpelli, colori, scritture, incisioni musicali, performance, istallazioni...

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Un esempio, lo troviamo nelle opere pittoriche dell’artista tedesco George Grosz (1893-1959). Il suo stile duro e spigoloso, talvolta infantile e pornografico, è ideale per illustrare persone misere, prostitute, ubriachi, assassini, soldati feriti, con una violenta componente di critica sociale nei confronti della spietata avidità dei ceti dirigenti e di volgari uomini d’affari, nascosta sotto la maschera della rispettabilità.

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Ancora, Pablo Picasso (1881-1973) con Guernica. Già nelle dimensioni (3,5 metri d’altezza e quasi 8 di lunghezza) denuncia la propria funzione di manifesto ideologico e politico, fatto per essere contemporaneamente osservato dal numero di persone più grande possibile. Il colore, sinonimo di vita, viene abbandonato in favore di un tetro bianco e nero, le figure appaiono come spettri urlanti, illuminate all’improvviso dai bagliori sinistri delle esplosioni.

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In letteratura troviamo Eugenio Montale (1896-1981). Il "male di vivere" divenne il vessillo di Ossi di seppia, raccolta poetica pubblicata nel 1925, appena dopo aver vissuto la cruda esperienza del primo conflitto mondiale. Il poeta denuncia con i suoi temi una delle più significanti testimonianze della "coscienza della crisi" del nostro tempo. Egli sente "fin dalla nascita una totale disarmonia con il mondo", che si presenta come un universo di sconfitta e di illusione.

Dei Litfiba è l’album musicale “Grande Nazione”, dalle sonorità graffianti, dai contenuti chiari e diretti: "Dire bugie è diventato lo sport di una casta che spaccia promesse, che sa giocare con le illusioni e come un mago si riempie le tasche" - "Noi siamo il Paese dei balocchi per i ricchi, Repubblica basata sulla furbata incentivata" - "Dentro il recinto è sempre un tormento, perchè io tra gli sguardi vedo grande smarrimento...vedo l'ansia, la paura, occhi schizzati da omologati"

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