Sebastiano

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© Sebastiano Bellobuono

Dalle memorie del 25.09.2017

2023-04-12 20:16

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Dalle memorie del 25.09.2017

Accendo al tv e guardo...

Che tempo che fa...che tempo che fu.



Accendo al tv e guardo "Che tempo che fa".
Ad un tratto tra un siparietto e l’altro della Littizzetto parte una vecchia canzone di Ligabue. Il potere della musica a volte è davvero devastante, potente!!! Vengo immediatamente scaraventato all’età di 16 anni (adesso ne ho più del doppio, il tempo vola).


Riaffiorano in mente i miei amici d’infanzia e le cazzate fatte insieme. Le uscite in scooter con l’amico più importante di quel periodo, un vero e proprio fratello...ormai scomparso del tutto dalla mia vita...che peccato. E' incredibile come certe amicizia fraterne possano poi svanire nel nulla: penso che l’essere umano sia davvero complicato. Si cresce, si cambia, ci si allontana dalla città natale, si conoscono terze persone, gli avvenimenti della vita portano all’allontanamento “fisico”...ma il legame affettivo, l’amicizia vera con la A maiuscola, dovrebbe non morire mai. A distanza di anni penso proprio che il mio affetto non fosse del tutto ricambiato o che comunque in realtà non siamo del tutto ciò che appariamo a primo impatto...chissà!
Ad ogni modo, acqua passata.


Luciano Ligabue pertanto mi fa spazio nella sua macchina del tempo, mettendo una retromarcia alquanto inaspettata. Dà gas, accelera...così mi ritrovo a casa del mio unico amico fraterno – amico storico, sincero, tra i pochissimi che stimo e stimerò per sempre – a giocare a Fifa e Micromachines. A volte nei giorni in cui si marinava la scuola trascorrevamo del tempo insieme. Ricordo che una volta stava male, ebbe un malessere che lo costrinse a stare a casa più del dovuto. Credo che lui non l'abbia mai capito, ma in quei giorni cercai mille scuse a mia madre per non andare a scuola. Il fine, si capiva, era quello di stare a casa con il mio migliore amico malaticcio. Non facevamo nulla di eccezionale tra le quattro mura domestiche...a parte salutare dalla finestra di casa sua i compagni di scuola che in linea d’aria ci vedevano ondeggiare uno stivalone da neve blu elettrico al fine di segnalare la nostra presenza.
Stupidate che poi però ricordi sorridendo e con buona dose di nostalgia.
Oggi avremmo utilizzato un praticissimo smartphone d'ultima generazione, scrivendo "dai un'occhiata fuori la finestra dell'aula, mi vedi, sono a casa".
Semplice, meno complicato...ma meno divertente.


Di avvenimenti ce ne sarebbero tantissimi, ricordo ancora con nostalgia un’assemblea d’istituto. Io ero già patentato. Mio padre mi aveva regalato la prima automobile, Renault Twingo decappottabile. Tettuccio aperto, macchina zeppa di amici, stereo a palla. Di botto viene nuvolo ed inizia a piovigginare. Un mio amico mi suggerisce di non chiudere la cappottina, pertanto di aprire un ombrello che ci riparasse dalla pioggia facendoci godere allo stesso tempo l’aria fresca ottobrina. Bene, girammo il centro storico della mia città (non era ancora ZTL) con l’ombrello sopra la macchina e le persone che ci indicavano per matti.



Conclusione 1: l’intera regia di Fabio Fazio avrebbe mai scommesso che un breve accenno di Ligabue avrebbe suscitato in me tutto 'sto subbuglio di ricordi e memorie? Rido perché l'intera redazione non sa manco della mia esistenza.


Conclusione 2: è incredibile come un tempo ci si divertiva con poco, come tutto era più semplice, tutto era più genuino, senza malizia o inganno.
Sono proprio felice d'esser stato adolescente negli anni '90.
Buonanotte.


Sebastiano 



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